Viaggio ai luoghi Santi dell’Uzbekistan con Habiba
1-15 settembre 2003
L’Uzbekistan segna il centro delle repubbliche asiatiche. E’ un paese di tradizioni millenarie, le sue cupole di mosaici con gli alti minareti, indicano, da tempi remoti, ai pellegrini così come ai mercanti i percorsi spirituali della via della seta.
Arrivando a Tashkent, la capitale, non mancheremo di visitare il museo del Grande Tamerlano e il mercato Chorsu, vero cuore pulsante della città.
Poi partiremo in pellegrinaggio verso Samarcanda e Bukhara, per rendere omaggio con preghiere e offerta di candele alle tombe dei Principi di Shanki’zah e di Tamerlano,
Il momento più importante del viaggio, per noi come per ogni sufi, sarà la visita presso il villaggio Kasri Orifon, al più importante santuario del sufismo, luogo di nascita e tomba di Bahaudin Naqshbandi.
Il grande santo è qui vissuto nel XIV secolo ed è il fondatore del più importante degli antichi ordini dei sufi; egli è considerato il patrono di Bukhara, la città santa dell’Uzbekistan.
Durante questa visita bisogna, per tradizione, recarsi anche dall’albero dei desideri: in fondo ad un cortile della moschea, si trova il tronco secco di un antico gelso, che è ricollegato dai racconti e dalle cronache allo stesso maestro Bahaudin, e lì bisogna ricevere la sua sapienza, affinché i propri desideri siano esauditi, pregando e strisciando per sette volte intorno all’albero Sacro.
Non mancheremo di aiutare Habiba nelle visite coi suoi pazienti, con meditazioni e preghiere.
Balli e banchetti, momenti tradizionali dell’ospitalità uzbeka, ravviveranno i nostri Spiriti e i nostri Corpi Terrestri!
HABIBA è una Tabib, una guaritrice musulmana, vive a Tashkente, capitale dell’Uzbekistan. E’ legata all’antica “Catena Mistica di Trasmissione” del grande maestro sufi Bahaudin Nacksbandi, la via spirituale che professa il rispetto di tutte le religioni. E’ stata insignita con la Menzione Speciale del Premio Internazionale Donna dell’Anno nel 2003.
E’ famosissima in tutta l’Asia Centrale per aver aiutato a guarire migliaia di persone.
“ Mi chiamano Santa, io non lo sono, sono una donna comune. Bisogna però comprendere il significato di questa parola. Ognuno di noi, in qualche modo è servitore degli altri: chi attraverso la preghiera, chi con il lavoro quotidiano, chi con l’arte. Io sono nata per servire Dio”